Disturbi dell'umore

Erica Curzi Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Qual è la differenza tra tristezza e depressione?


La TRISTEZZA è una delle emozioni fondamentali che l'evoluzione ha mantenuto. 

In genere, essa è collegata alla perdita per esempio di una persona, di capacità personali, di una relazione, di un lavoro, della propria salute o di uno status sociale.

Possiamo parlare di DEPRESSIONE quando la tristezza è intensa e perdura nel tempo e inoltre va ad interferire sulla capacità di funzionare della persona, compromettendo le relazioni, il lavoro, il tempo libero e la salute.

Disturbo depressivo maggiore

La depressione è un disturbo dell'umore caratterizzato da intense e persistenti sensazioni di tristezza e vuoto, che colpisce la capacità delle persone di pensare in modo lucido e realistico, mina la motivazione all'azione, altera le funzioni corporee quali, ad esempio, appetito e sonno e fa sentire chi ne è affetto nel mezzo di una terribile sofferenza emotiva e, soprattutto, incapace di uscirne fuori. Generalmente chi ne soffre vive in una condizione di costante malumore, con pensieri negativi e pessimisti circa se stessi e il proprio futuro e intensi stati di insoddisfazione e tristezza. A questo quadro si associa spesso un calo del funzionamento socio-lavorativo, un'incapacità di provare piacere nelle attività quotidiane e una significativa compromissione in altre aree importanti della vita.

I sintomi della depressione sono:

  • umore depresso o tristezza per la maggior parte del giorno;
  • diminuzione dell'interesse o del piacere in attività che in passato procuravano gioia e soddisfazione;
  • senso di fatica, mancanza di energia e sensazione di non farcela nelle attività quotidiane;
  • sensi di colpa, autocritica, autosvalutazione e sensazione di essere un fallito;
  • mancanza di speranza e pianto;
  • pensieri negativi e idee di morte;
  • irritabilità;
  • difficoltà a prestare attenzione, a concentrarsi e a prendere decisioni;
  • insonnia o aumento della durata del sonno;
  • risvegli notturni angosciosi, con difficoltà a riprendere sonno;
  • scarso appetito o, in rari casi, aumento dell'assunzione di cibo;
  • ridotto desiderio sessuale.

Le componenti psicologiche principali che caratterizzano e mantengono la depressione sono:

  • Ruminazione mentale: è il continuo e ripetitivo interrogarsi sulle cause e sulle conseguenze del propri problemi e delle proprie difficoltà (es. "Perché capita proprio a me?", "Perché sono fatto cosi?", "Perché sto cosi male?", "Cosa faccio di sbagliato?", "Cosa non va in me?"). Gli studi hanno dimostrato che la ruminazione svolge un ruolo di primaria importanza nel mantenimento della depressione poiché impedisce di guardare al futuro e di sviluppare strategie per affrontare i problemi e le difficoltà. Infine sembra che la ruminazione associata al perfezionismo si riveli ancor più dannosa.
  • Ritiro: è la riduzione o l'evitamento dei contatti sociali, delle normali attività quotidiane e dei compiti. Si basa sull'idea di non esserne capaci, che sia troppo complicato o faticoso o che non porterà nessun beneficio. Questa tendenza all'evitamento/isolamento contribuisce a mantenere l'umore depresso perché non permette alla persona di sperimentare brevi stati mentali positivi (es. un leggero senso di efficacia personale), ne di constatare che in realtà non è così incapace come crede di essere, o di vivere esperienze piacevoli e gratificanti (es. uscire a fare una passeggiata o a prendere un caffè con un amico).
  • Autovalutazione negativa: è la tendenza a denigrarsi e a valutarsi negativamente come inutile, inadeguato, indegno o sfortunato anche di fronte a piccoli errori o difficoltà che appartengono alla viti di tutti i giorni. Es.: "Non valgo nulla!", "Non sono capace a fare niente!", "Tutti mi considerano un perdente".
  • Negativismo: è la tendenza a fare previsioni negative sul mondo e sul futuro, a sminuirsi costantemente e a mantenere l'attenzione solo sugli aspetti che mancano per essere felici o soddisfatti. Es.: " Ci sarebbe riuscito chiunque!", "Non c'è nulla che vada bene", "Sicuramente penseranno che sono antipatico".
Le persone che soffrono di depressione, inoltre, presentano un modo di pensare caratterizzato da regole disadattive, aspettative irrealistiche e pensieri spontanei negativi su se stessi, sul mondo e sul futuro (sintomi cognitivi). Le regole di queste persone risultano assolute, rigide e, quindi, non adattive. Chi ha la depressione fa riferimento a dei "doveri" che sente di dover assolvere per rispettare i propri valori (es. "Non posso sbagliare mai!", "Se non piaccio a qualcuno, non posso essere amato!", "Se fallisco in qualcosa vuol dire che sono un fallito!", "Se ho un problema da parecchio tempo significa che non potrò mai risolverlo!", "Non posso essere debole!").
Chi soffre di depressione, inoltre, generalmente presenta aspettative irrealistiche: ha degli standard eccessivamente elevati sia nei confronti di se stesso, che degli altri. Crede, ad esempio, che fare errori sia assolutamente vietato, che non si possano avere conflitti e che bisogna essere sempre di buon umore. Altre persone depresse, invece, ritengono di non meritare nulla e accettano tutto quello che viene offerto loro senza ricercare qualcosa di migliore.

I pensieri spontanei che passano per la mente delle persone depresse, infine, generalmente rispecchiano la visione negativa che queste persone hanno di sé, del mondo e del futuro (pensieri automatici negativi). Chi ha concezioni negative di sé, del mondo e del futuro, ne amplifica gli aspetti negativi e minimizza quelli positivi. Ad esempio, chi ha una concezione negativa di sé si focalizza solo sui propri difetti e si percepisce non amabile, incapace, fallito, stupido, brutto, debole o cattivo. Tipici esempi di pensieri automatici negativi sono: "Sono un totale fallimento!" (pensiero negativo su di sé); "Mia madre mi considera un perdente!" (pensiero negativo relativo a quello che qualcun altro può pensare di noi); "Di sicuro risulterò antipatico!" (predizione negativa); "Niente va bene!" (pensiero negativo sul mondo); "Quello che ho fatto non conta, tutti sarebbero in grado di farlo!" (minimizzazione dei propri successi o delle proprie qualità).

La depressione può manifestarsi con diversi livelli di gravità. Alcune persone presentano sintomi depressivi di bassa intensità, legati ad alcuni momenti di vita, mentre altre si sentono così depresse da non riuscire a svolgere le normali attività quotidiane. Le forme gravi sono caratterizzate da un numero più elevato di sintomi, una maggiore intensità e durata nel tempo della sintomatologia ed una maggiore compromissione delle attività quotidiane.

Disturbo depressivo persistente

Il disturbo depressivo persistente, anche detto distimia è caratterizzato dalla presenza, per un periodo di almeno 2 anni (in forma continuativa o caratterizzata da periodi di remissione non più lunghi di 2 mesi), di un umore depresso (per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni) e di due o più sintomi tra i seguenti: alterazioni del sonno, alterazioni dell'appetito, scarsa energia o astenia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni e sentimenti di disperazione.

La sintomatologia presente causa un disagio clinicamente significativo al soggetto o ne compromette il funzionamento in diversi domini di vita.

L'esordio del disturbo è spesso precoce e insidioso; il decorso è cronico.

Fonte di riferimento:

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-5. Washington, DC: APA Press.